Cancella testi e immagini stampate dal 1964, come fosse uno sviluppo radicale e ribelle del concetto mallarmeriano di scolpire la pagina bianca attorno alle parole scritte. Isgrò definisce semiologicamente l’operazione post pittorica e post letteraria, ma interdisciplinare. L’approdo all’arte concettuale parte dunque dal dato poetico linguistico e ciò spiega bene la differenza fra le sue cancellature e quelle recenti di altri artisti. (…)
Ma per molti artisti, cancellare è solo un episodio. Soltanto per Isgrò, la cancellatura (anche quando non cancella) diventa poetica, e da qui muove tutta l’opera.
Carolyn Christov – Bakargiev, Emilio Isgrò, “Flash Art”, ottobre – novembre 1991.