Le tavole della legge ovvero La Bibbia di vetro, 1994

Potrebbe sembrare, a tutta prima, che per l’occasione Isgrò fosse rinsavito, accettando una volta tanto di muovere da una esaltazione del Senso. Eccolo infatti partire, appunto, dalle Tavole della Legge mosaica, si è mai avuta, nel corso dei secoli, un’imposizione così assoluta del senso? Parole, è il caso di dirlo, che pesano come macigni, anche per la ben nota caratteristica della cultura ebraica secondo cui, nel caso della Parola di Dio, non è mai possibile distinguere tra la lettera e lo spirito. (…)

Ma contro questa altissima densità, spirituale e materiale al tempo stesso, il nostro autore ha cominciato a prendere tutte le opportune misure onde procedere a uno svuotamento, anche se per vie tutt’altro che manifeste, imbrogliano anzi l’apparenza dei vari interventi. Intanto, per un primo effetto di alleggerimento, le Tavole stesse, ovvero il Libro per eccellenza, vengono affidati a un supporto che non è pietra, e nemmeno pergamena,  pelle animale, carta, bensì un vetro trasparente: come dire che i segni verbali possono anche essere stampati nel vuoto nell’aria, in ciò che di più diafano e sfuggente ci è fornito dal nostro mondo; sta già in tutto questo un bell’attentato alla pienezza dell’Essere.  

Renato Barilli, Tra Babele e Pentecoste, in “Prima delle prima del Mosè ovvero le Tavole della Legge”, catalogo della mostra personale, Pesaro, Galleria di Franca Mancini, ed. Il Teatro degli Artisti, 1994, p.7.

Scheda tecnica
Le Tavole della legge ovvero La Bibbia di vetro
1994
Cristallo incurvato trattato con pigmenti
160x160x90 cm
Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
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