“arte CONTRO la corruzione” è il filo conduttore del progetto che Casa Testori, lancia per l’autunno in collaborazione con il Teatro Franco Parenti e grazie al sostegno di Whysol Investments, società di investimento indipendente specializzata nei settori delle infrastrutture strategiche e delle tecnologie innovative.
L’obiettivo è quello di mobilitare la sensibilità di tanti artisti su un tema che tocca in profondità la vita del nostro Paese e ne condiziona in modo a volte drammatico le possibilità di sviluppo. Gli artisti sono chiamati a dialogare e confrontarsi con chi in questi anni è stato in prima linea nella lotta alla corruzione. Si tratta quindi di un confronto inedito che ha come obiettivo quello di allargare la sensibilità comune su questo tema e di mobilitare più attenzione e un livello più alto di consapevolezza diffusa.
Il progetto si sviluppa su due linee portanti. La prima linea del progetto prevede una serie di incontri, che inizieranno il 19 settembre e che avranno luogo al Teatro Franco Parenti di Milano, che è partner del progetto, in cui artisti di oggi – di varie discipline espressive, comprese lo spettacolo – si confronteranno con alcuni dei protagonisti della lotta alla corruzione. Confronti inediti, finalizzati non solo a segnare l’immaginario collettivo ma anche a innescare percorsi creativi, nella consapevolezza dell’urgenza che anche il mondo dell’arte ha di affrontare questo nodo delicatissimo della vita collettiva.
«arte CONTRO la corruzione – spiega Carlo Maria Pinardi – è un’iniziativa originale e, confidiamo, coinvolgente e leggera. Casa Testori lancia questo progetto nel campo artistico che gli è proprio, con lo scopo di sensibilizzare soprattutto i giovani sull’importanza del tema».
La seconda linea prevede l’allestimento di una mostra a Casa Testori, programmata per il prossimo autunno-inverno, in cui sarà l’arte stessa a scoprirsi in qualche modo “corrotta”. In modo creativo e utilizzando varie forme di espressione artistica, verranno documentati episodi di “scandalo”, che non diminuiscono affatto la grandezza degli artisti coinvolti, bensì pongono diversi interrogativi. La mostra presenterà diverse tipologie di “trasgressione” di un limite condiviso (omicidio, violenza fisica, legame con il potere, pedofilia, sperpero di denaro, uso di droghe, apologia della guerra ecc.). Il titolo prende spunto dalla frase, “Ho sbagliato tutto”, pronunciata da un Ezra Pound chiamato a render conto del suo sostegno ai regimi totalitari.
Il progetto è stato messo a punto da un comitato scientifico composto da: Giovanni Agosti, Alessandro Banfi, Stefano Boeri, Giovanni Frangi, Giuseppe Frangi, Francesco Greco, Emilio Isgrò, Donato Masciandaro, Carlo Maria Pinardi e Andrée Ruth Shammah.