"L’idea di un mio intervento sulla barca di Pasolini, l'Edipo re, è venuta a Sibylle Righetti, che conosco da anni e con la quale collaboro sempre volentieri. Agire su tutta la barca era chiaramente impossibile mentre cancellare la Vela è apparsa la decisione migliore, la più efficace sul piano creativo, in quanto la vela dell’”Edipo re” diventa in questo caso la metafora di un mondo che ha bisogno del vento della cultura per ricominciare a muoversi verso obiettivi di pace piuttosto che di distruzione e di guerra.
Tuttavia, non volevo fare il solito omaggio devoto a Pasolini visto che oggi lo fanno tutti come si trattasse di un passe-partout alla maniera di Sant’Antonio da Padova. Desideravo fare qualcosa che rimettesse in discussione la stessa eredità di Pasolini. D’altronde lui stesso avrebbe voluto così. Io l’ho conosciuto e un po’ frequentato proprio a Venezia negli anni Sessanta, ai tempi di “Accattone”, il suo primo film che fece scandalo, ed era un uomo molto libero, privo di pregiudizi.
Poiché la barca si chiama “Edipo Re” la scelta più naturale e più significativa era quella di cancellare per l’appunto l’”Edipo re” di Sofocle: in un certo senso il percorso era già scritto, obbligato.
Attraverso questa Vela, in altri termini, vorrei sottolineare la necessità di una nuova nozione d’impegno civile non sempre coincidente con quello di Pasolini, condizionato da una visione ideologica che oggi non esiste più. Ammesso che il mondo sia cambiabile, in altre parole, per cambiarlo non bastano più i buoni sentimenti, neppure quando si dà l’impressione di volerli infrangere."
La vela di Isgrò è presentata al pubblico in occasione di Isola Edipo, durante il Festival del Cinema di Venezia.